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Agosto 2022

Cessione quote SRL e SRLS blog
news
Cessione quote srl e cessione quote srls, di cosa si tratta, costo e cosa bisogna sapere

Chi fa parte di una società o sta per entrarne a far parte pone spesso domande sulla cessione quote srl e sul costo relativo. In particolare, è di interesse sapere se dal punto di vista delle spese da affrontare, ma non solo, ci sia una differenza tra la srl ordinaria o società a responsabilità limitata e la srls, società a responsabilità limitata semplificata. 

Cessione quote srl e costo: cosa c’è da sapere 

Nelle società di capitali, in particolare nelle srl, le quote di partecipazione al capitale sociale possono essere liberamente trasferite salvo quanto previsto nello statuto, se sono incluse clausole diverse, o, per legge, in base ai limiti alla circolazione delle quote. Per la cessione quote srl il costo può arrivare fino ai 700-800 euro.

La stima tiene conto di imposta di registro per singola quota venduta; bollo all’Agenzia delle Entrate; bolli e diritti amministrativi alla Camera di Commercio. L’operazione può essere effettuata anche dal commercialista. In tal caso, quando si parla di cessione quote srl il costo deve tenere conto, oltre che delle spese burocratiche elencate, anche del lavoro del professionista.

Non è strettamente necessario rivolgersi a un notaio, in caso contrario avvalersi di quest’ultima figura farà incrementare ulteriormente i costi. Affidatevi agli esperti di Studio Riitano per una consulenza legale. 

Cessione quote srls e costo vs srl: cosa cambia 

In una società a responsabilità limitata nessun socio può essere costretto a rimanere nella società e può dunque avviare una la cessione quote srls con costo relativo.

È possibile anche esercitare il diritto di recesso, avendo così diritto al rimborso della propria partecipazione. Nel 2012, per incentivare lo sviluppo imprenditoriale in Italia, è stata introdotta la srls, forma societaria a responsabilità limitata semplificata.

È sempre una società di capitali, quindi la cessione delle quote di una srls è consentita. Ma rispetto alle srl “normali” ci sono delle limitazioni: nel caso delle srls le quote possono essere cedute esclusivamente a persone fisiche (la cessione a persone giuridiche è possibile, ma comporta la trasformazione da SRLS a SRL tradizionale).

Il soggetto a cui vengono cedute le quote, inoltre, deve avere un’età non superiore ai 35 anni. Per quanto riguarda la cessione quote srls e il costo annesso, anche in questo caso, oltre alle spese fisse legate a tasse e bolli, va considerato in aggiunta l’onorario del professionista a cui ci si affida. Contattate Studio Riitano, specializzato nel diritto del lavoro.

denunciare lavoro nero
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Denunciare lavoro nero: obbligo, come, cosa comporta

Una delle maggiori piaghe sociali del nostro Paese è il lavoro irregolare. Capire come denunciare il lavoro nero significa contrastare la pratica illegale da parte di alcuni imprenditori di impiegare lavoratori subordinati senza averne comunicato l’assunzione al Centro per l’Impiego, con conseguenze a livello retributivo, contributivo e fiscale.

Denunciare lavoro nero online: come fare 

Per comprendere come denunciare lavoro nero bisogna rivolgersi innanzitutto all’ufficio dell’Ispettorato provinciale del Lavoro. Si può anche fare denuncia presso il più vicino posto della Guardia di Finanza.

Le denunce di questo tipo possono essere fatte in forma anonima, senza dichiarare la propria identità, al fine di evitare possibili ripercussioni sul posto di lavoro. Sempre in via anonima si può fare una mera segnalazione telefonando alla Guardia di Finanza (117). Ci si può anche rivolgere ai sindacati. Per denunciare il lavoro nero online, l’INL – Ispettorato Nazionale del Lavoro – ha pubblicato sul proprio portale il modulo specifico.

Questo documento va compilato se si desidera regolarizzare il proprio rapporto di lavoro, richiedere spettanze economiche o, ancora, fare emergere altre irregolarità sul posto di lavoro come, per esempio, orari e tempi di lavoro, pause e riposi, videosorveglianza. Rivolgetevi allo Studio Riitano per una consulenza. 

Modulo denuncia lavoro nero anonimo: è possibile? 

Il modulo per avviare la procedura su come denunciare il lavoro nero è “INL 31 – Richiesta di intervento ispettivo”. Deve essere trasmesso all’Ispettorato territoriale del lavoro competente, corrispondente a quello della provincia in cui si trova il luogo di lavoro.

È consentito un modulo denuncia lavoro nero anonimo, senza dichiarare la propria identità? Non è possibile. Il documento, infatti, deve essere debitamente compilato in tutte le sue parti, deve contenere i dati anagrafici del denunciante e ogni circostanza utile a far comprendere le ragioni della denuncia. Può essere allegata anche una documentazione utile a sostegno di quanto dichiarato.

Nel caso in cui gli organi di polizia e quelli amministrativi preposti, effettuati i dovuti controlli, rilevassero delle inadempienze da parte del datore di lavoro, saranno presi provvedimenti. Nei casi di lieve entità scattano sanzioni amministrative, con il pagamento di un’ammenda a carico del datore di lavoro inadempiente. Per i casi di evasione fiscale più gravi il reato ricade nel penale, punito con una pena di reclusione fino ai 3 anni. Contattate Studio Riitano. 

Congedo matrimoniale seconde nozze blog
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Congedo matrimoniale seconde nozze, cosa cambia?

Tutti i lavoratori dipendenti che si sposano con effetti civili hanno diritto a un periodo di sospensione giustificata dal lavoro. Congedo matrimoniale e seconde nozze: questa tipologia di permesso retribuito vale anche quando il dipendente convola a nozze per la seconda volta. 

Congedo matrimoniale, quanti giorni per le seconde nozze? Durata e condizioni 

Ma quanto durano le ferie per matrimonio? La durata del congedo matrimoniale per seconde nozze, come per le prime, è di 15 giorni di calendario, non lavorativi. Nel conteggio sono inclusi anche i sabati, le domeniche e i giorni festivi. Il congedo matrimoniale va fruito in modo consecutivo, non frazionabile.

Il periodo di congedo per matrimonio si inizia a calcolare a partire dalla data di celebrazione delle nozze oppure si calcola entro 30 giorni dal matrimonio quando non sia possibile usufruirne nell’immediatezza per esigenze aziendali.

Alla licenza matrimoniale seconde nozze hanno diritto tutti i lavoratori che hanno un rapporto professionale che dura da almeno una settimana. Questo tipo di permesso retribuito, invece, non è riconosciuto ai lavoratori in prova.

Ci sono differenze, per le ferie matrimoniali, tra dipendenti del settore pubblico e quelli del settore privato? Per ulteriori chiarimenti e delucidazioni rivolgetevi agli esperti di Studio Riitano. 

Congedo seconde nozze: permessi matrimoniali e ccnl 

In Italia la normativa in materia di congedo matrimoniale, seconde nozze incluse, risale agli anni Trenta. Le disposizioni riguardanti le modalità per usufruire di questo permesso sono disciplinate dai Contratti Collettivi Nazionali, che regolano i rapporti di lavoro, e dalle circolari INPS. La richiesta di permesso per matrimonio deve essere effettuata dal lavoratore al datore di lavoro, con un preavviso dato almeno 6 giorni prima della data di matrimonio.

Nella domanda devono essere indicati la data del matrimonio stessa e il periodo in cui si intende fruire dello stesso. Per il congedo matrimoniale seconde nozze, ccnl specifici prevedono un preavviso di 10 o 15 giorni. Nel ccnl commercio il congedo parte dal terzo giorno antecedente le nozze.

Per essere sicuri di non sbagliare, quando si parla di permessi matrimoniali, occorre controllare cosa prevede il contratto nazionale del lavoro di riferimento della propria categoria professionale. Al rientro al lavoro il dipendente è tenuto, entro 60 giorni, a fornire al datore una copia del certificato di matrimonio.

Contattate Studio Riitano, specializzato in diritto del lavoro per aziende, imprenditori e freelance.

Retribuzioni Apprendistato
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Retribuzioni apprendistato, quanto bisogna pagare un apprendista?

L’apprendistato è un contratto di lavoro per cui il datore di lavoro, oltre a pagare le retribuzioni all’apprendista per il lavoro svolto, è obbligato a garantire all’assunto un’adeguata formazione. 

Retribuzione apprendista: stipendio per apprendista impiegato 

Nei contratti di apprendistato vengono stabiliti le retribuzioni per l’apprendista e il tipo di percorso formativo che serve all’apprendista stesso per acquisire competenze professionali adeguate al ruolo e alle mansioni richiesti. La formazione può essere svolta dall’apprendista esternamente o internamente all’azienda.

Per quanto riguarda la retribuzione dell’apprendista, a parità di retribuzione annua lorda (RAL) il calcolo dello stipendio netto dipende da alcuni fattori tra cui la tipologia contrattuale.

Nel contratto di apprendistato che rientra nel ccnl commercio, per esempio, la retribuzione dell’apprendista impiegato varia in base alla qualifica da conseguire e al livello di inquadramento finale atteso.

In questo caso l’apprendista percepisce uno stipendio netto che aumenta gradualmente e progressivamente dal primo al secondo e al terzo anno. In linea generale, un apprendista guadagna meno rispetto agli altri dipendenti, dello stesso livello, assunti con normale contratto.

Per chiarirvi dubbi e avere maggiori informazioni, chiedete un servizio legale ai professionisti di Studio Riitano. 

Contratto apprendistato professionalizzante e stipendio 

Ci sono anche altri fattori rispetto ai quali variano le retribuzioni dell’apprendista. Bisogna tenere conto, per esempio, anche della durata del contratto di apprendistato.

In base a questo parametro viene determinato l’ammontare dello stipendio dell’apprendista, che può andare dal 45% dello stipendio previsto per il relativo livello d’inquadramento nel primo anno di apprendistato, fino al 100% al termine dell’apprendistato professionalizzante con relativo inquadramento nel rispettivo livello professionale.

Occorre sempre, comunque, far riferimento al ccnl di categoria e alle percentuali di calcolo stipendio previste. E ancora, per calcolare, del contratto di apprendistato, lo stipendio netto bisogna anche tenere conto dei contributi previdenziali e assistenziali e di eventuali detrazioni fiscali o altre agevolazioni.

Contattate gli esperti di Studio Riitano, specializzati in diritto del lavoro per imprenditori, aziende, manager, freelance.