Contratto di prestazione occasionale: come funziona, quanto può durare e modelli ritenuta d’acconto

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Tra le diverse tipologie di contratto esiste una particolare formula prevista nell’ambito di una collaborazione saltuaria e limitata sia dal punto di vista dei guadagni che del tempo impiegato. Si tratta del contratto di prestazione occasionale: ecco di cosa si tratta, le caratteristiche e tutti i dettagli.

Come funzionano i contratti di prestazione occasionale?

Non abituale, non continuativa, non coordinata nonché limitata come tempo e guadagno. Queste sono le caratteristiche tipiche della collaborazione prevista dal contratto di prestazione occasionale mediante il quale un datore di lavoro riesce ad acquistare una prestazione di lavoro occasionale entro specifici limiti di importo in modo semplificato.

A disciplinare questo contratto è il decreto legge 24 aprile 2017, n.50: al suo interno rientrano attività lavorative saltuarie e sporadiche che rispettano specifici limiti economici.

Per quanto riguarda le categorie di utilizzatori a cui è rivolto, vi rientrano:

    • lavoratori autonomi;
    • associazioni;
    • professionisti;
    • imprenditori:
    • fondazioni;
    • imprese agricole;
    • enti locali;
    • aziende alberghiere;
    • pubbliche amministrazioni;
    • onlus.

Questi possono ricorrere alla prestazione mediante il contratto occasionale a patto che le attività devono essere saltuarie e sporadiche, rispettando specifici limiti economici. 

ll decreto legge 24 aprile 2017, n. 50, stabilisce alcune condizioni in termine di importi, riferiti al netto dei compensi percepiti, quali: 

    • per ogni prestatore i compensi dell’attività occasionale non dovranno superare i 5 mila euro annuali;
    • per ogni utilizzatore invece, in riferimento alla totalità dei prestatori, non bisognerà superare i 10 mila euro
    • eccezione è il caso delle società sportive, che ricorrono agli steward negli stadi, per le quali non è previsto il limite dei 10 mila euro;
    • le prestazioni di ogni prestatore in favore dello stesso utilizzatore devono avere compensi non superiori a 2,500 euro.

Per quanto riguarda la durata, nel rapporto occasionale non può essere superiore a 30 giorni nell’arco di un anno solare (ossia da gennaio a dicembre).

Prestazione occasionale: tutto quello che c’è da sapere

In merito all’attivazione per il contratto di prestazione occasionale deve essere effettuata sulla piattaforma informatica dedicata dell’INPS. Almeno 60 minuti prima della prestazione l’utilizzatore è obbligato a comunicare i dati del prestatore e i dettagli della prestazione quali durata, luogo in cui si svolge, compenso, tipologie e settore in cui viene effettuata. 

Questa comunicazione può essere revocata entro tre giorni dalla data in cui era stato previsto lo svolgimento della prestazione: a seguito di questa operazione il prestatore riceverà una notifica per e-mail oppure tramite un messaggio telefonico in cui viene comunicata la revoca. 

Nell’ambito del contratto di prestazione occasionale l’utilizzatore deve versare le somme per la prestazione sulla piattaforma apposita dell’INPS: il compenso minimo previsto è di 9 euro, eccetto nel settore agricolo. 

Quando non è possibile utilizzarlo?

Nell’ambito di questo contratto sono previsti oneri assicurativi e previdenziali a carico dell’utilizzatore.  In merito al contratto di prestazione occasionale sono previsti specifici divieti, in particolare per le imprese agricole: unica possibilità ammessa è se le attività vengono eseguite da giovani con meno di 25 anni, disoccupati, pensionati o chi percepisce altre forme di sostengo al reddito. 

Inoltre, il divieto è esteso anche per il settore edile e i comparti affini. 

La prestazione occasionale non è possibile anche nei casi in cui  l’utilizzatore abbia assunto 5 dipendenti a tempo indeterminato. Unica eccezione sono le aziende alberghiere con massimo 8 dipendenti che possono usufruire della prestazione occasionale eseguita da giovani sotto i 25 anni, disoccupati, pensionati o chi percepisce un sostegno al reddito. 

Per il lavoro svolto occasionalmente viene prevista la ricevuta per prestazione occasionale. Per quanto riguarda la prestazione occasionale può essere eseguita anche senza vincolo di subordinazione, trattandosi di una collaborazione lavorativa di tipo non continuativo. 

Chi esegue la prestazione deve consegnare al committente una ricevuta che corrisponde a una fattura per la prestazione occasionale in cui sono presenti informazioni come i propri dati, la paga prevista e il tipo di lavoro svolto. Questa può essere emessa anche da soggetti che non hanno la partita iva.

Per quanto riguarda il calcolo della prestazione occasionale si applica una ritenuta d’acconto del 20%, cifra versata dal cliente al fisco: se gli importi superano i 77,47 euro sul documento va applicata la marca da bollo di due euro.

Sul web sono presenti molti fac-simile della prestazione occasionale: in ogni caso è fondamentale aggiungere una nota specifica per indicare che l’operazione non è soggetta a IVA a norma dell’articolo 5, comma 2, SPR 633/72, e di non aver superato la soglia dei 5000 euro.

Per maggiori informazioni sulla prestazione occasionale contattate lo Studio Riitano, consulente del lavoro, punto di riferimento del settore da decenni. 

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