Una delle indicazioni di riforma più importanti per il mercato del lavoro italiano è quella che prevede che il Ministero del Lavoro predisponga un piano triennale delle politiche attive, da definire entro l’anno, a cui collegare singoli piani regionali. A questo piano nazionale delle politiche attive va collegato un piano per il rafforzamento di quei servizi per l’impiego che sono necessari proprio per l’erogazione corretta ed efficace delle misure di attivazione al lavoro. Per la predisposizione di un piano di riorganizzazione e rafforzamento dei servizi per l’impiego di livello regionale, va tenuto conto di come entro fine 2015 il Ministero del lavoro debba quindi presentare e concordare con le regioni un piano nazionale di riferimento, al quale le regioni devono collegare singoli piani regionali, destinati a costituire una sorta di processo di adeguamento progressivo dei servizi per l’impiego di ogni territorio ai livelli essenziali delle prestazioni richiesti dalla legge.
Si tratta di un processo che, viste le differenti condizioni di partenza delle regioni e dei territori italiani, avrà tempi e modalità diverse, ma una regia di riferimento per legge attribuita all’Anpal a livello nazionale e poi alle singole regioni o servizi di coordinamento-agenzie regionali indicate dalle regioni a presidio, coordinamento e promozione delle politiche attive e dei servizi per l’impiego. Restano in ogni caso indicazioni ed interventi da attuare per il 2016 in regime ancora transitorio, in attesa delle disposizioni della riforma del Titolo V della Costituzione, che stabiliscono come le politiche attive siano oggetto della legislazione esclusiva dello Stato e che quindi potrebbero modificare l’assetto attuale del sistema, che consente alle regioni di adottare propri modelli regionali sia sui servizi per l’impiego che persino sulle politiche di attivazione al lavoro dei disoccupati.
