Contratto di lavoro intermittente, tutto quello che c’è da sapere su questa particolare forma contrattuale

Contratto lavoro intermittente

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Il contratto di lavoro intermittente è disciplinato dal Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81. È conosciuto anche come “job on call”, lavoro su chiamata. Può essere a tempo determinato o indeterminato. 

Contratto di lavoro intermittente e Naspi: come funziona


Con il contratto di lavoro intermittente un dipendente si mette a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo. Secondo quanto è previsto, dunque, un lavoratore con questo inquadramento può svolgere i propri compiti in periodi predeterminati nell’arco di una settimana, di un mese o di un anno.

Come ci si deve regolare con il lavoro intermittente e Naspi quando si conclude il rapporto professionale? Due importanti sentenze del 2021 hanno sottolineato che il contratto di lavoro intermittente non può essere equiparato a un lavoro subordinato. In caso di disoccupazione involontaria il calcolo della durata dell’indennità NASpI deve essere effettuato prendendo a riferimento il numero delle giornate di lavoro effettivamente svolte.

Possono coesistere Naspi e lavoro a chiamata? Quali condizioni devono coesistere? Chiedete una consulenza agli esperti dello Studio Riitano. 

Lavoro intermittente: comunicazione del datore di lavoro

Il contratto di lavoro intermittente deve essere previsto nel contratto collettivo di categoria, anche aziendale, applicato dal datore di lavoro. In sua mancanza, i casi di utilizzo sono individuati con decreto ministeriale. Può essere concluso esclusivamente con soggetti con meno di 24 anni di età, purché le prestazioni siano svolte entro il 25esimo anno, e con più di 55 anni.

Per quanto riguarda il lavoro intermittente e la comunicazione da parte del datore di lavoro, la legge n. 92 del 2012 ha stabilito che prima dell’inizio della prestazione lavorativa o di un ciclo integrato di prestazioni lavorative di durata non superiore a 30 giorni, il datore di lavoro è tenuto a comunicarne la durata con modalità semplificate alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio.

La comunicazione va fatta ogni volta che si chiama il lavoratore a svolgere l’attività lavorativa e non solo al momento della stipula del contratto di lavoro intermittente. Vanno indicate le giornate di lavoro, non occorre comunicare l’orario di lavoro. Contattate Studio Riitano, specializzato nel diritto del lavoro per aziende, imprenditori, dipendenti e freelance. 

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