Il lavoro agile ridisegna il concetto di lavoro subordinato

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Smart working, innanzitutto, è una “filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persona di flessibilità ed autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilità sui risultati”

La nuova disciplina del lavoro agile (o smart working) ma soprattutto la diffusione ad ampio raggio mette fortemente in discussione i vecchi concetti di lavoro subordinato, autonomo o di collaborazione.

Non aver creato una nuova tipologia contrattuale ma aver solo previsto una diversa modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato ha smussato il concetto di subordinazione rendendolo sicuramente più “soft“. Concedere la possibilità al dipendente di stabilire quando e dove svolgere la prestazione lavorativa ha sicuramente comportato uno stravolgimento  al concetto tipico dell’organizzazione gerarchica dell’impresa descritta dal codice civile all’articolo 2086 o dell’organizzazione tayloristica realizzata nella fabbrica fordista con la parcellizzazione del lavoro e la standardizzazione dei tempi di esecuzione.

Il dato normativo, quindi, evidenzia che anche il legislatore ha dovuto prendere atto del cambiamento morfologico del lavoro, più responsabilizzato e partecipe anche in ordine agli obiettivi e ai risultati della prestazione.

Il concetto è che sicuramente ormai sono maturi i tempi per riflettere concretamente sull’ampliamento di quelle tutele dovute a chi lavora, che oggi rimangono ancorati alla subordinazione pura.

E’ ormai necessaria la riorganizzazione delle protezioni del lavoro per renderla compatibile al disposto costituzionale (articolo 35) che impegna il legislatore a tutelare il lavoro  “in tutte le sue forme ed applicazioni”.

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