Il contratto di lavoro intermittente prevede come un lavoratore si metta a disposizione del datore che può ricorrere alla prestazione lavorativa in modo intermittente nei limiti indicati dalla legge. A disciplinare questo particolare contratto è il Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n.81. Qualora manchi il contratto collettivo, è il Decreto del Ministro del Lavoro e della Politiche Sociali a individuare i casi di uso del lavoro intermittente. Nell’ambito di questo contratto è prevista la comunicazione obbligatoria per lavoro intermittente da realizzare ogni volta che il datore di lavoro effettua la chiamata, prima dello svolgimento della prestazione.
Contratto di lavoro intermittente: in cosa consiste
Il contratto di lavoro intermittente può essere a tempo determinato o indeterminato. Denominato anche a chiamata o job on call, per quanto riguarda le attività comprese rientrano al suo interno quelle a carattere discontinuo, previste nel R.D, n. 2657/1923 in una tabella allegata.
In merito alla durata, ogni lavoratore non può superare le 400 giornate svolte nell’arco di 3 anni solari per il medesimo datore. Se si supera questa soglia, il rapporto di lavoro diventa a tempo pieno e indeterminato. Nel momento in cui il lavoratore svolge le mansioni deve ricevere un trattamento economico e normativo uguale agli altri soggetti di pari livello.
Nei periodi in cui non esegue nessuna prestazione, il lavoratore resta a disposizione per rispondere all’eventuale chiamata del datore: in questi momenti ha solo diritto all’indennità di disponibilità.
Modulo comunicazione lavoro intermittente: come funziona la sua compilazione
Il contratto a chiamata deve essere stipulato in forma scritta: oltre all’assunzione è presente un obbligo di comunicazione legato alla chiamata del lavoratore.
Il datore deve comunicare in via telematica ogni chiamata effettuata nei confronti del lavoratore all’Ispettorato del lavoro (ITL) competente territorialmente. Attraverso il modulo intermittenti si effettua questa comunicazione: va compilato prima dell’inizio della prestazione lavorativa singola o di più prestazioni collegate (che non devono superare i 30 giorni).
Questo modulo, noto come “Uni-intermittente”, è reperibile facilmente online. Al suo interno devono essere riportati il codice fiscale e l’indirizzo di posta elettronica del datore di lavoro, il codice fiscale del lavoratore e il codice di comunicazione del modello UNILAV cui la chiamata si riferisce. Oltre a questo non devono mancare le date di inizio e di fine della prestazione.
Il modulo deve essere trasmesso per e-mail all’indirizzo di posta certificata intermittenti@mailcert.lavoro.gov.it, oppure attraverso il portale Cliclavoro (www.cliclavoro.gov.it), o ancora via e-mail all’indirizzo PEC intermittenti@mailcert.lavoro.gov.it.
Esiste poi l’app “Lavoro intermittente”, grazie alla quale comunicare la chiamata relativa a una prestazione lavorativa: scaricabile mediante il portale Cliclavoro, questa applicazione è disponibile sia per tablet, sia per smartphone. Una volta scaricata è necessario loggarsi per poi andare alla sezione “invia nuova comunicazione”, inserendo i dati del datore e del lavoratore richiesti, le date di inizio e fine della prestazione e il codice di comunicazione obbligatoria.
L’app permette, inoltre, di annullare le chiamate inviate, ricercare le comunicazioni già inserite e inserire il proprio numero in modo tale che il Ministero del Lavoro riesca a riconoscere chi effettua le comunicazioni.
Per maggiori informazioni sulla comunicazione del lavoro intermittente, o se siete alla ricerca di un consulente del lavoro, contattate lo staff dello Studio Riitano.