Calcolo della busta paga: cosa cambia nel 2022?

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In seguito all’introduzione della riforma fiscale in Legge di Bilancio 2022, in vigore dal primo gennaio, numerosi sono i cambiamenti che i cittadini potranno riscontrare nel calcolo della propria busta paga. La riforma si dimostra coerente con l’operazione di taglio del cuneo fiscale a favore del lavoratore dipendente, per il quale le prossime buste paga saranno verosimilmente più alte: oltre alle nuove aliquote e alle nuove detrazioni, si aggiungono le nuove modalità del trattamento integrativo al reddito grazie a cui sarà possibile calcolare l’esatto ammontare dello sconto fiscale.

Calcolo dell’IRPEF in busta paga: nuovi scaglioni, aliquote e trattamento integrativo al reddito.

La riforma fiscale introduce innanzitutto nuovi scaglioni e nuove aliquote, con l’obiettivo di tutelare la forza lavoro dipendente. Il primo scaglione viene denominato “no tax area”, e prevede l’esenzione dalla tassazione per tutti coloro che abbiano un reddito annuo inferiore a €8.145.

Per i lavoratori con uno stipendio inferiore a €15.000 l’aliquota per calcolare l’IRPEF è pari al 23% ed è previsto un trattamento integrativo esentasse, mentre per chi percepisce uno stipendio compreso tra €15.000 e €28.000 l’aliquota è pari al 25% e il trattamento integrativo viene riconosciuto solo nel caso in cui l’importo delle detrazioni spettanti superi l’imposta lorda dovuta e per un ammontare non superiore a €1.200. In questo caso, i 1200€ previsti non spettano integralmente ma solo per la parte corrispondente alla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda e ogni contribuente deve calcolare la propria imposta, applicando tutte le detrazioni che gli spettano per capire se e in che misura ha diritto all’integrazione.

Non è infine previsto alcun trattamento integrativo al reddito per i lavoratori appartenenti ai due scaglioni più alti, ovvero quelli con un reddito compreso tra €25.000 e €50.000 e per coloro che percepiscono uno stipendio superiore a €50.000: per i primi l’aliquota necessaria per calcolare l’IRPEF ammonta al 35%, mentre per i secondi addirittura al 43%.

Calcolo dell’assegno unico familiare: una busta paga migliore per le famiglie numerose.

Un ulteriore cambiamento apportato dalla riforma fiscale riguarda ciò che il lavoratore dipendente non troverà più all’interno della sua busta paga: assegni familiari e detrazioni per figli a carico, entrambi sostituiti dall’introduzione dell’assegno unico familiare a partire da marzo 2022.

Assegno familiare unico che spetta a qualsiasi genitore che sia cittadino italiano o dell’Unione europea (o extracomunitario provvisto di permesso di soggiorno di lungo periodo o per motivi di ricerca) soggetto a imposizione fiscale in Italia, residente in Italia da almeno due anni (anche non continuativi) e titolare di un contratto di lavoro per almeno 6 mesi.

Al genitore che risulti idoneo per le suddette caratteristiche, spetta un assegno unico familiare per ogni figlio a carico, a partire dal 7° mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni, a patto che soddisfi una delle seguenti condizioni: frequenta un corso di formazione scolastica, professionale o un corso di laurea; svolge un tirocinio o attività lavorativa con un reddito complessivo inferiore a €8.000; è registrato come disoccupato e in cerca di lavoro nei centri per l’impiego o svolge il servizio civile universale.

L’importo dell’assegno unico familiare varia a seconda dell’ISEE del nucleo familiare: nel caso di una ISEE inferiore a €15.000 ammonta a €175 mensili per i primi due figli e a €260 dal terzo figlio in poi; nel caso di una ISEE compresa tra €15.000 e €40.000, l’importo varia da €50 a €175 per i primi due figli e da €75 a €260 dal terzo figlio in poi; per i nuclei familiari con una ISEE superiore a €40.000, l’importo dell’assegno è pari a €50 per i primi due figli e €75 dal terzo figlio in poi.

Sono previste delle maggiorazioni riguardanti l’importo dell’assegno unico familiare nel caso di famiglie numerose con almeno 4 figli (€100 in più), nel caso in cui la madre abbia meno di 21 anni (€100 in più), nel caso in cui entrambi i genitori siano lavoratori (€30 in più) e in caso di presenza di figli con disabilità (€85-€105 in più).

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