L’incentivo all’esodo rappresenta l’accordo tra l’azienda e il lavoratore per la risoluzione consensuale del rapporto professionale a fronte del pagamento, da parte del datore di lavoro, di una determinata somma di denaro al dipendente.
Tassazione sull’incentivo all’esodo
L’incentivo all’esodo viene offerto dal datore di lavoro al lavoratore qualora il primo ritenga che il rapporto con il secondo non sia più compatibile con l’organizzazione aziendale, oppure che la permanenza in servizio non sia più accettabile o, ancora, in presenza di situazioni personali del lavoratore che in qualche modo non giustificano più la prosecuzione del rapporto tra le due parti.
Per quanto riguarda la tassazione, viene equiparata al trattamento di fine rapporto, il che significa che non vanno versati contributi all’Inps in merito a tale cifra. Inoltre, invece di essere assoggettata all’IRPEF, tale voce viene sottoposta a una tassazione separata, ovvero Tfr e incentivo all’esodo non vengono sommati agli altri redditi, per evitare che l’aliquota diventi troppo elevata.
La tassazione separata viene calcolata considerando l’aliquota media relativa ai 5 anni precedenti e non in base a quella dell’anno di riferimento. Per ulteriori chiarimenti rivolgetevi agli esperti di Studio Riitano.
Come si fa il calcolo?
Una volta deciso di utilizzare lo strumento dell’incentivo all’esodo, occorre comprendere l’ammontare della somma di denaro percepito dal lavoratore e fare una valutazione in merito da ambo le parti.
Il calcolo dipende da alcuni fattori, come la durata del rapporto di lavoro, lo stipendio percepito annualmente con eventuali benefit, la prima data utile per il pensionamento, la futura pensione, la perdita economica dovuta alla perdita del lavoro, la somma che il datore di lavoro è disponibile a corrispondere.
L’ammontare dell’incentivo all’esodo potrà essere stabilito in una cifra determinata che potrà essere pagata in un’unica soluzione o in un certo numero di mensilità. Contattate Studio Riitano, specializzato in diritto del lavoro.