Si parla di un caso di licenziamento illegittimo quando il datore di lavoro decide di interrompere il rapporto professionale con un dipendente per una ragione non prevista dal diritto del lavoro.
Quando è previsto il risarcimento danni per licenziamento non legittimo
In situazioni di licenziamento illegittimo sono previste forme di tutela a favore del lavoratore interessato dal provvedimento in base alla dimensione dell’azienda, alla gravità del vizio che inficia il licenziamento e alla data di assunzione. In particolare si possono prospettare due conseguenze.
Una consiste nella reintegrazione sul posto del dipendente licenziato illegittimamente. Al lavoratore viene restituito il suo lavoro e gli sono corrisposte le retribuzioni maturate fino al giorno della ripresa in servizio. La seconda prevede il risarcimento danni per licenziamento illegittimo: per legge, cioè, è previsto il versamento di un importo a titolo di ristoro che il giudice può variare in relazione alle circostanze concrete come, per esempio, l’anzianità di servizio).
A prescindere, poi, dalla motivazione addotta si configurano casi di licenziamenti nulli se sono determinati da fattori legati al credo politico o alla fede religiosa, all’appartenenza al sindacato e alle attività sindacali; alla discriminazione sindacale, politica, razziale, religiosa, di lingua o sesso, di handicap, di età o basata sull’orientamento sessuale o su convinzioni personali, a matrimoni o gravidanze; ritorsioni e rappresaglia, licenziamento orale (non comunicato in forma scritta). Chiedete una consulenza allo Studio Riitano, specializzato in diritto del lavoro.
Licenziamento illegittimo e risarcimento danni: altri casi
Per quanto riguarda il tema del licenziamento illegittimo e risarcimento danni, la Corte di Cassazione ha stabilito che è legittimo limitare l’entità del risarcimento del danno a quattro anni dalla risoluzione del rapporto. Con la Sentenza n. 18282, respingendo il ricorso del lavoratore, viene precisato che l’entità del risarcimento deve rientrare nel limite della prevedibilità del pregiudizio, parametro di determinazione del danno risarcibile che consiste in un giudizio di probabilità del verificarsi di un danno futuro, da coniugare al criterio di regolarità causale.
Quand’è che si parla di licenziamento inefficace? Accade quando l’intimazione avviene in forma orale, ovvero non per iscritto, senza rispettare la procedura o la modalità prescritta dalla legge, dunque senza motivazione o in violazione della procedura di licenziamento disciplinare (senza dare al dipendente la possibilità di difendersi).
Per quanto riguarda le novità introdotte dalla Riforma Fornero per i licenziamenti, il lavoratore licenziato ingiustamente in un’azienda con meno di 15 dipendenti ha diritto alla tutela obbligatoria. In mancanza di giusta causa o giustificato motivo, il giudice annulla il licenziamento e obbliga il datore a riassumerlo entro 3 giorni oppure a risarcirlo con una indennità che va da minimo 2,5 a massimo 6 mensilità. Entro quando si può impugnare un licenziamento illegittimo? Contattate Studio Riitano.