Quale futuro attende i lavoratori? Secondo alcuni esperti dopo l’esperienza del lockdown, durante la pandemia da Covid-19, lo smart working in Italia è destinato a diffondersi e svilupparsi ulteriormente. Fino a fine 2020 probabilmente si continuerà a lavorare da remoto in varie realtà economiche.
Italia: quale futuro per lo smart working?
Esperti come Simone Cagliano della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro hanno spiegato che lo smart working in Italia – una modalità di lavoro “riscoperta” durante l’emergenza Coronavirus – può rappresentare un modo nuovo, ai tempi di una pandemia, per non diminuire l’efficienza produttiva da un lato, ma, dall’altro, anche per proseguire un percorso che da anni si invocava da più parti. In Italia quale futuro per lo smart working attende imprese e lavoratori? Lo scenario che si delinea è vario, dato il dibattito sul tema. Se i sindacati chiedono di regolamentare il lavoro agile, Confindustria sembra essere meno propensa ad introdurre norme per regolare il lavoro da remoto. Quali interventi sono previsti a livello governativo? Per avere chiarimenti in merito, rivolgiti agli esperti dello Studio Riitano, specializzati in consulenza del lavoro.
Smart working: vantaggi principali
In passato uno dei freni allo sviluppo dello smart working in Italia è stata la paura, da parte di imprenditori e manager, di un calo di produttività dei dipendenti. Tuttavia le indagini condotte in materia, rafforzate dagli studi effettuati durante il lockdown, dimostrerebbero il contrario nella maggioranza dei casi. Proprio per la possibilità di lavorare da remoto su progetti specifici, in determinati orari e giornate, sono portati a conseguire più risultati. Riguardo allo smart working, vantaggi ulteriori per le imprese sono un aumento dei risparmi per la gestione degli spazi fisici in sede e filiali e di altri costi. Per il lavoro agile continuano a essere previsti incentivi e agevolazioni. Per sapere quali sono le principali novità in materia, contatta lo Studio Riitano.