• Home
  • Chi Siamo
  • Servizi
  • Politiche Attive
  • Ricerca Personale
  • Blog
  • Contattaci
  • 02 27209934
  • 02 27207763
  • f.riitano@pigariitano.it
  • Via Santa Maria Rossa, 7 20132 - Milano
  • Home
  • Chi Siamo
  • Servizi
  • Politiche Attive
  • Ricerca Personale
  • Blog
  • Contattaci
Facebook Linkedin Instagram
  • Home
  • Chi Siamo
  • Servizi
  • Politiche Attive
  • Ricerca Personale
  • Blog
  • Contattaci
Facebook Linkedin Instagram

Congedo

congedo per lutto
news
Congedo per lutto, quando è possibile richiederlo e in cosa consiste

In caso di morte del coniuge, del convivente o di un parente stretto, entro il secondo grado, i dipendenti possono usufruire del congedo per lutto. Quest’ultimo rientra nell’elenco dei permessi retribuiti, previsti sia nel settore pubblico, sia in quello privato.

Congedo per lutto: come richiederlo

I giorni di permesso per lutto a cui un dipendente ha diritto nell’arco di un anno sono 3. Devono essere usufruiti entro una settimana dal decesso del familiare. Nel computo dei giorni di permesso non sono considerati i giorni festivi né quelli non lavorativi. Il lavoratore che è costretto ad assentarsi a causa del decesso di un familiare e deve richiedere il permesso retribuito per lutto ha l’obbligo di avvertire tempestivamente il datore di lavoro.

Nella comunicazione vanno indicati i giorni di permesso che si vogliono utilizzare. Al rientro al lavoro, il dipendente deve consegnare al datore di lavoro la documentazione relativa al decesso del parente. A corredo va aggiunta anche un’autocertificazione o la certificazione rilasciata dal Comune. Per ulteriori chiarimenti richiedete una consulenza agli esperti di Studio Riitano, specializzati in diritto del lavoro.

Permessi lutto per suoceri: quando sono consentiti?

I giorni di astensione dal lavoro tramite congedo per lutto spettano in caso di morte o grave infermità di un parente stretto, ovvero entro il secondo grado di parentela, quindi per figli, genitori, fratelli, sorelle, nipoti, nonni. I permessi retribuiti spettano anche in caso di morte o grave infermità del coniuge o del convivente stabile (a condizione che la convivenza risulti da certificazione anagrafica).

Diversa è la situazione per i permessi per lutto zio o suoceri che, di norma, non sono previsti. Tuttavia alcuni ccnl includono questa possibilità, estendendo questo tipo di permessi agli affini entro il primo grado, in cui rientrano i genitori del proprio coniuge. È il caso, per esempio, di alcuni contratti collettivi dei dipendenti pubblici, per esempio presso Ministeri, Regioni e autonomie locali e il comparto sanità. Contattate Studio Riitano.

news
Congedo matrimoniale Inps: quanto dura e come richiederlo

I lavoratori e le lavoratrici dipendenti che contraggono un matrimonio avente validità civile hanno diritto ad un periodo di astensione lavorativa retribuito: il congedo matrimoniale. L’Inps provvede a coprire una retribuzione pari a 7 giorni di lavoro, mentre il datore di lavoro integra l’importo per un massimo di 15 giorni di congedo, in base al Ccnl di riferimento. Generalmente il congedo inizia con il giorno del matrimonio, ma è possibile usufruirne entro 30 giorni dalla data del matrimonio. 

La richiesta di congedo matrimoniale

Per effettuare la richiesta di congedo matrimoniale è necessario presentare al proprio datore di lavoro, entro 60 giorni, la certificazione di matrimonio civile: il congedo, infatti, non è consentito per il solo rito religioso. È diritto di entrambi i coniugi richiedere il congedo matrimoniale all’Inps, se lavoratori dipendenti: l’ente previdenziale riconoscerà a entrambi la retribuzione stabilita dal singolo contratto di lavoro. Per chi si sposa all’estero, è necessario documentare la residenza in Italia e acquisire lo stato di coniugato valido per la legge italiana. È possibile fare richiesta di congedo matrimoniale anche per seconde o terze nozze, in caso di divorzio o di decesso del coniuge.

Calcolo congedo matrimoniale Inps

Per il congedo matrimoniale, l’Inps provvede a coprire una retribuzione pari a 7 giornate lavorative su un totale di 15, che vengono anticipate dal datore di lavoro insieme alla restante retribuzione. Per effettuare il calcolo del congedo matrimoniale, l’Inps si basa sul contratto di lavoro subordinato sottoscritto dal lavoratore, sia questo dipendente da un’azienda, da una società o da una cooperativa.

news
Più giorni di congedo per i neo papà nel 2018

Dal 2018 ai papà lavoratori spettano quattro giornate di congedo obbligatorio e una di congedo facoltativo.

A chi è rivolto – Possono accedere al beneficio i padri lavoratori dipendenti anche adottivi e affidatari, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio o dall’adozione e affidamento.

Come funziona – Il congedo obbligatorio è fruibile dal padre entro il quinto mese di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia/Italia in caso di adozioni o affidamenti nazionali/internazionali) e quindi durante il congedo di maternità della madre lavoratrice o anche successivamente purché entro il limite temporale sopra richiamato. Tale congedo si configura come un diritto autonomo e pertanto è aggiuntivo a quello della madre e spetta comunque indipendentemente dal diritto della madre al proprio congedo di maternità.

Ai padri lavoratori dipendenti spettano due giorni, anche non continuativi, per gli eventi parto, adozione o affidamento, avvenuti fino al 31 dicembre 2017. Quattro giorni di congedo obbligatorio, che possono essere goduti anche in via non continuativa, invece per gli eventi parto, adozione o affidamento avvenuti dal 1° gennaio 2018 e fino al 31 dicembre 2018.

Il congedo facoltativo del padre è invece condizionato dalla scelta della madre lavoratrice di non fruire di altrettanti giorni di congedo maternità. I giorni fruiti dal padre anticipano quindi il termine finale del congedo di maternità della madre.

Quanto spetta – Il padre lavoratore dipendente ha diritto, per i giorni di congedo obbligatorio e facoltativo, a un’indennità giornaliera a carico dell’Inps pari al 100% della retribuzione.