I buoni pasto sono dei ticket sostitutivi del servizio di mensa aziendale. Possono essere in formato cartaceo o elettronico. A chi spettano i buoni pasto? È utile capire chi ne ha il diritto, come riceverli, quali sono gli importi e le regole in materia di tassazione.
Buoni pasto e normativa: cosa prevede la legge
I ticket restaurant godono di una tassazione di favore: è prevista una soglia giornaliera esclusa da contributi e tasse, con vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende. A chi spettano i buoni pasto? Ne hanno diritto i lavoratori subordinati, a tempo pieno o parziale, anche qualora l’orario giornaliero non preveda una pausa per il pasto e chi ha stipulato un rapporto di collaborazione (come il co.co.co.) con il committente. La normativa sui buoni pasto prevede che le aziende non siano obbligate ad erogarli, a meno che non sia espressamente previsti nei contratti collettivi o nella contrattazione di secondo livello o individuale. I ticket sono utilizzabili esclusivamente dal titolare, non sono cedibili né commercializzabili o convertibili in denaro.
Buoni pasto: come averli e come utilizzarli
Una volta appurato, per i buoni pasto, a chi spettano, e avendo capito chi ne ha il diritto o meno, resta da appurare come entrarne in possesso. I ticket restaurant vengono distribuiti dall’azienda. Comprendere, poi, come avere i buoni pasto è semplice. Al momento della stipulazione del contratto, è il datore di lavoro stesso che eroga o meno i buoni al lavoratore, cedendogli il blocchetto o il formato elettronico, sempre più spesso una card digitale. Ogni lavoratore ha diritto ad un buono pasto giornaliero, per ogni giorno di lavoro effettuato, dal valore compreso tra i 2 e i 10 euro, da spendere interamente. Non è più possibile, invece, accumulare i ticket per fare la spesa: ogni lavoratore può utilizzare un solo voucher al giorno ed esclusivamente nelle giornate lavorative. Per dubbi o approfondimenti chiama lo Studio Piga Riitano.